Nelle ultime settimane vi sarà capitato di leggere titoli di giornali del tipo: “Da Facebook a Meta”, “Zuckerberg reinventa il suo gruppo aziendale e annuncia un futuro virtuale”“Meta, un nome nuovo per l’impero di Zuckerberg” e tanti altri ancora.

Questi articoli, dall’incipit a metà tra il catastrofico e il futuristico, mi hanno incuriosito molto. Così mi sono fiondata a studiare, per potermi fare un’idea tutta mia.

Ma facciamo un passo indietro e proviamo a capire che cos’è Meta.
Ve lo racconto per come l’ho capito io.

Partiamo dal nome.

Meta sta per Metaverso e Metaverso significa l’universo del futuro, quello del domani. Io penso, ad esempio, ad una realtà fatta di avatar e ologrammi.

(Mi fa ridere come il correttore automatico mi corregga la parola metaverso in metatarso. Rileggere questo articolo con la parola metatarso come soggetto è un’esperienza unica!)

Meta è la versione aggiornata della holding Facebook Inc, quella fondata nel 2004: non è un semplice cambio di nome ma è un vero e proprio riposizionamento di brand al quale è seguito un rilancio, che sono due cose del mio lavoro che mi piacciono moltissimo!

Ho provato a capire esattamente come definire Meta e credo che la terminologia più corretta sia società per azioni. Ma sono sempre quella che ride per la parola metatarso, quindi non so quanto questa mia affermazione possa essere attendibile.

Meta controllerà Facebook, Instagram e anche Whatsapp: i più attenti, infatti, avranno notato che all’apertura delle app da smartphone, il logo è già stato rinnovato da un po’.

Il logo di Meta è il simbolo dell’infinito distorto, come se lo si vedesse da un piano diverso dal solito. Forse un meta-piano, quindi una prospettiva non reale. L’infinito poi riprende la M di Meta. Il colore ricorda l’azzurro del vecchio Facebook. Un mix tra essenzialità ed elasticità. Non appena il logo è stato presentato al mondo si è gridato al plagio: esistono infatti altri loghi con il simbolo dell’infinito, esattamente come Meta. Uno su tutti il logo dell’app M-sense Migräne che ha colto l’occasione per fare un social instant dedicato all’accaduto. Lo potete vedere qui e vi potete divertire nel leggere alcuni commenti, davvero esilaranti.

Ma come funzionerà esattamente Meta?

Meta sarà una rappresentazione in digitale delle nostre vite e noi (gli utenti) saremo degli avatar, sotto forma di proiezioni in 3D. Ovviamente il nostro avatar sarà personalizzabile in ogni minimo dettaglio, così come il meta-mondo che ci circonderà. Ogni avatar si potrà poi spostare da un meta-luogo ad un altro, con un semplice clic, una sorta di teletrasporto. Una realtà virtuale dunque, nel vero senso del termine. Per entrare nel Metaverso, infatti, serviranno i visori di realtà virtuale di Oculus, altra azienda del Gruppo di Zuckerberg.

Come per ogni riposizionamento che si rispetti, l’ex studente prodigio di Harvard ha realizzato anche lo spot di lancio, “The Tiger & The Buffalo” in cui un dipinto di Rousseau si anima dando vita a un party dentro al museo. Se non l’avete ancora visto, eccolo.

La parodia invece, a mio parere molto più interessante, la trovate qui.
L’internet è un posto bellissimo!

Infine, come ogni lancio che si rispetti, ci sono gli influencer. In questo caso il tiktoker Khaby Lame che, a modo suo, illustra le “istruzioni per l’uso” del Metaverso. Eccolo qui 💁🏻‍♀️

E poi digital p.r., redazionali, interviste, video brand, post: Zuckerberg non è uno sprovveduto! Ha imbastito la strategia di comunicazione perfetta, quella che ogni strategist vorrebbe costruire se non fosse per il budget da tenere in considerazione. Chissà se esisterà mai un meta-budget, per fare progetti pazzeschi, senza limiti? Ma questa è un’altra storia!

In questo meta-mondo quindi potremo vivere delle meta-esperienze, acquistare dei meta-prodotti, provare delle meta-emozioni.

Da grande appassionata del videogioco di simulazione The Sims, l’idea di un meta-mondo non mi spaventa e devo dire che non mi dispiace neanche. Personalmente, mi piace l’idea di un mondo parallelo, di avventure parallele e di vite parallele. Mi piace l’idea di fare vivere a degli avatar delle esperienze particolari, magari anche lontane da quello che farei io, nella realtà.

Invece, mi convince un po’ meno l’idea che la vita digitale possa “sporcare” così tanto la vita reale: l’idea che una meta-esperienza possa avere lo stesso valore di una vera-esperienza la trovo un po’ creepy.

Per me, andare in un meta-pub, bere una meta-birra e mangiare un meta-club sandwich insieme a dei meta-amici non è come una vera serata al pub: manca il cameriere di fretta con la biro dietro l’orecchio, manca l’odore dei divanetti, manca l’appiccicaticcio sui tavoli e manca portarsi a casa il sottobicchiere tutto sgualcito. E il meta-pub non potrà mai rendermi felice come il vero-pub.

Queste meta-esperienze mi fanno pensare a Matrix e anche un po’ a The Truman Show. Insomma, sono un po’ scettica.

Prevenuta? Forse.
Disposta a cambiare idea? Sempre.

Chissà come si evolverà il Metaverso di Zuckerberg!
Io continuerò a seguire le sue evoluzioni e casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte! [cit]