Estasi maniacali e deliri feticisti, con una libreria
Ciao mi chiamo Jlenia e ho una libreria.
“E quindi?”, penserete, dato che anche voi probabilmente ne avrete una.
Beh, se lo dico è perché a me piace molto la mia libreria. Ci sono davvero moltissimi libri (d’altra parte, direte, cos’altro ci metti in una libreria se non libri?), è grigia e ha una vetrinetta al centro. Davanti alla mia amata libreria c’è la mia amata poltrona gialla, e loro due insieme creano il mio angolo di pace.
Quello è un luogo per me mistico in cui amo perdermi e immaginarmi catapultata dentro alle storie. È il mio luogo sacro. Serve a stimolare la mia fantasia e serve ad offrirmi un altrove sicuro quando voglio evadere dal mondo reale. Amo leggere perché lo sento come un atto molto intimo. Quando leggiamo siamo avvolti da una sana solitudine che fa sentire protetti. I libri, a differenza delle conversazioni con altre persone, ci offrono uno spazio e un tempo per ragionare senza timore di essere giudicati.
« Quando mi sento male non vado in farmacia, ma nella mia libreria ».
(Philippe Dijan)
Ogni libro che abbiamo letto, in qualche modo ci ha cambiati. Ogni libro che dobbiamo ancora leggere è un’ottima scusa per trovargli uno spazio accogliente nella nostra libreria. Di tanto in tanto mi piace riordinarla, spostare i libri, metterne alcuni in verticale e altri orizzontali, dividerli per genere. Nel mio caso sono principalmente romanzi fantasy, con una spolverata di romanzi storici, un pizzico di classici e qualche grammo di fumetti e graphic novel.
Mi piace spostarli perché credo che vada di continuo raffinato l’equilibrio migliore tra i volumi più voluminosi – la ripetizione è volutamente voluta (ops) – e quelli meno, quelli con le copertine rigide ed i tascabili, le edizioni di pregio e quelle più economiche. Spostarli per scegliere i colori dei dorsi che si accostano meglio tra loro e, perché no, tra i libri aggiungere oggetti che mi rappresentano o piccoli ricordi. Così come si decora un albero di Natale, io decoro la mia libreria.
Per qualcuno può sembrare una perdita di tempo, ma a me rilassa. Mi rilassa anche catalogare tutti i miei libri. Non potete immaginare il piacere nell’archiviare i miei quasi 200 volumi anche su Goodreads, un’app che se ancora non avete vi consiglio di scaricare subito!
Le librerie sono anche meravigliosi elementi di design. Mi piace cercarle sul web, a partire dagli ultimi modelli Ikea finendo su quelle meno mainstream, vedere come siano state “addobbate” o come qualcuno sia riuscito a organizzare quanti più libri possibile in spazi davvero ristretti. Mi piace vedere come riescano a raccogliere gli interessi dei loro proprietari dalle collezioni di dischi alle piantine ornamentali, dai cimeli di famiglia alle miniature.
Le librerie sono cornici per interi pezzi di vita. Mostrano senza veli chi siamo diventando un buon alter ego delle nostre carte d’identità.
Dunque, tornando alla domanda retorica che ho infilato in quella parentesi all’inizio dell’articolo ora sono pronta per dirvi che invece no: è sbagliato credere che la sola cosa che deve finire in una libreria siano i libri. Ve lo dimostro con quattro librerie di persone a me molto care.
Parto con quella del mio ragazzo, in cui non troverete nessun libro ma solo giochi da tavolo, la sua passione (che è anche la mia e di cui avevo scritto qui). Qui le uniche cose che hanno una parvenza di libri sono i regolamenti dei giochi. Direi che fa la sua figura!
Nemmeno nella libreria di mia madre troverete molti libri, ma piuttosto rocchetti di filo, nastri, pailettes e stoffe. Materiali con cui è capace di magie.
La libreria di mia sorella si divide invece tra libri (ma in confronto a me è ancora una dilettante ;-)) e attrezzature per lo stretching e l’allenamento dato che ama la danza e sta studiando per diventare una ballerina professionista.
L’ultima libreria è quella di mio padre. Vero, non è libreria, però il suo tavolo da lavoro ha lo stesso spirito.
Anche per lui quello è un luogo in cui raccogliere e catalogare gli oggetti con cui ama riempire il suo tempo libero e curare la propria anima. E a questo punto dell’articolo può trasformarsi in libreria proprio come la zucca di Cenerentola si trasforma in carrozza. Mio padre ama il giardinaggio, riparare qualsiasi cosa e la sua vespa, e il suo tavolo da lavoro offre tutto il necessario perché lui possa ritirarsi dal mondo nei momenti in cui sceglie di dedicarcisi. Ora cercate nella foto la brugola a tripla stella.
Ogni libreria contiene i tanti piccoli tesori che abbiamo accumulato nella nostra breve o lunga vita. Mi piace immaginare quelle mensole come braccia che sostengono tutto questo, tutti i sogni che abbiamo fatto uscire dai cassetti e deciso di esporre.
E tra le braccia della vostra libreria cosa tenete?