Maggio 2022.

Sono passati molti mesi dall’inizio della pandemia di Covid-19 e qui a copiaincolla diversi di noi sentono il proprio cervello bello fritto, me compreso.

Fermati, riparti, rifermati, riparti. Cambia, cambia ancora, cambia di nuovo. Isolamento, libertà, quarantena, libertà, auto sorveglianza, libertà. Il cliente c’è, il cliente non c’è, il collega c’è, il collega non c’è, io ci sono, io non ci sono. Vaccino 1, vaccino 2, vaccino 3. Tampone, negativo, tampone, positivo, tampone, tampone, tampone. Lavora, lavora, lavora, lavora, lavora, lavora.

Siamo ubriachi. Di procedure, aggiornamenti, riorganizzazioni continue che ci portano a postumi simil sbornia. Tanto necessario quanto molto faticoso, inutile negarlo.

Sono queste le convinzioni che ci hanno portato alla necessità di organizzare un progetto aziendale di supporto psicologico. Uno strizzacervelli, ma uno di quelli bravi, che ci tendesse una mano di aiuto!

Era già successo in un’altra occasione che ci strizzassero il cervello ma qui stiamo parlando di tutt’altra cosa. Roba seria e matura, piacevole ma complessa. Difficile, anche quando di cose difficili in questo lavoro ce ne sono già molte. Roba forte.

Forte come i nostri coach Luca Mazzucchelli e Skill Factor, tra i primi divulgatori della psicologia scientifica in Italia e fondatori del primo canale Youtube di psicologia In Italia. Influencer li chiamerebbe qualcuno,  professionisti di riferimento direbbero altri. Se non siete tra i loro numerosi followers, googlateli e troverete facilmente info su di loro.

 

Nei giorni precedenti all’avvio del progetto ho iniziato a pensare di più al mio cervello; mi sono improvvisamente accorto che l’ho sempre dato un po’ per scontato anche se siamo insieme da una vita e stiamo piuttosto bene l’uno con l’altro. Ultimamente forse consideravo un po’ di più il mio piede destro, pensavo spesso a lui, lo sentivo un po’ dolorante, affaticato, così gli dedicavo tempo, lo coccolavo, lo curavo, gli mettevo la pomata quasi tutte le sere. Anche lo stomaco negli ultimi mesi si è fatto sentire spesso, soprattutto se mangiavo carne rossa la sera, anche con lui ho sempre avuto un buon rapporto ma devo dire che ogni tanto mi ha fatto male, qualche volta mi ha anche tradito, tipo quella volta con il cous cous. Il mio cervello invece no, sempre fedele, sempre puntuale, sempre presente mentre io così poco attento da prendere per buono che avrebbe sempre funzionato benone. Non che funzioni male però perché al piede così tanta cura e a lui così scarsa? 

Il giorno della prima strizzata è iniziato con tutti noi seduti su delle sedie disposte a cerchio (o a ferro di cavallo come preciserebbe Brunellaattorno al perimetro della grande sala eventi dell’agenzia (la mitica Salona per chi la conosce o ha avuto occasione di venirci a trovare. Per rompere il ghiaccio, una pallina da tennis da lanciarci reciprocamente che ci invitava a dichiarare pubblicamente il nostro stato d’animo e gli eventuali pensieri che avrebbero potuto portarci altrove con la mente.

Certamente alcuni di noi erano intimoriti, ma nessuno di noi era altrove. Lo ha dimostrato il lavoro di gruppo in giardino che si è svolto subito dopo l’introduzione di alcuni concetti chiave sul focus della giornata. Lavorare in gruppo è una delle attività che sappiamo fare molto bene, siamo veramente molto forti, anche quando il gruppo è numeroso e il compito è rischioso. E questo lo era. Protetti solo dall’ombra degli alberi, in piedi a raccontare pubblicamente un propria vicenda personale mai rivelata a nessun collega. Con naturalezza e semplicità, agevolati dalla stima reciproca che ci riconosciamo, siamo riusciti a lasciarci andare (quella sera non è stato necessario irrigare il prato!).

Il giardino della sede è già tutto verde, di un bel colore verde. Wikipedia direbbe che la gradazione varia tra un verde foresta e un verde ufficio (per l’appunto), anche se qualche collega saprebbe essere sicuramente più precisa. L’erba è sempre tagliata. Ci sono diverse piante, un ombrellone, sedie, tavoli e qualche sdraio per godersi una pausa di sole.

Bella vita un ufficio così direte voi. E proprio su questa bella vita arriva il successivo compito del team di psicologi.

Una lavagna, un pennarello e una mano che traccia una linea dritta, con un inizio e una fine. <<La fine della linea è quando morirete, fate una stima dell’età a cui pensate di arrivare e poi mettete un segno su dove siete oggi. Il passato è passato, dichiaratevi cosa volete raggiungere nel tempo che vi resta da vivere.>>

 

Per tutta la giornata si sono susseguiti momenti intimi alternati da condivisione e comunione di concetti su cui riflettere. Ho volutamente omesso le specifiche tematiche affrontate per non rovinare contenuti fragili che hanno bisogno del loro momento per acquisire potenza. Non voglio invece omettere che siamo arrivati a fine giornata stremati, emotivamente provati ma felicemente arricchiti di dati e azioni da intraprendere. Mancano ancora altre tre giornate di strizzate di cervello, e chissà se nelle prossime settimane, tra le pagine di questo blog, troverete altre memorie di questa esperienza.

Poco prima di scrivere questo racconto mi è capitato di dover mettere in pratica una delle azioni che mi ero proposto di fare: reagire a una violazione di un mio personale valore guida, ma in modo diverso. Com’è andata? Beh, è andata malino, ho ripetuto per l’ennesima volta lo stesso comportamento di sempre. Questa volta però è stato molto chiaro riuscire a leggerne le motivazioni e capire molto di più di me stesso e di cosa mi scatta nel cervello quando un mio valore guida viene messo alla prova.

Il mio caro cervello, fedele compagno di una vita, che da qualche giorno non smetto mai di considerare e ringraziare. Con buona pace del dolorante piede destro.

 

Ciao!

SF.