6 aprile 2009
Il 6 aprile del 2009, esattamente 15 anni fa, varcavo la soglia dell’ufficio di copiaincolla, che ai tempi era dall’altra parte della città rispetto ad ora.
Non era la mia prima volta in quell’ufficio, c’erano stati almeno altri 2 ingressi precedenti a quello (e altri due nella primissima sede).
Ma quel 6 aprile era diverso. Entravo a copiaincolla come dipendente.
Dopo 2 anni, 3 colloqui e altrettanti portfolio presentati finalmente toccava a me.
Varcavo la soglia dell’ufficio di via dei Toscani seguita da Cesare, che per l’occasione mi era venuto a prendere a casa e mi aveva portato a fare colazione al bar.
Mi ricordo che avevo l’ansia da primo giorno, d’altra parte era il mio primo lavoro “vero”.
Avevo già conosciuto i colleghi qualche giorno prima durante un “meeting” che altro non erano che serate organizzate da Sebastiano e Cesare per presentare le new entry al team davanti a un aperitivo o a una cena.
La mia scrivania faceva da “capotavola” a un gruppo di altre due scrivanie. Io, Elena, Silvia (art) e Andrea (allora web designer, oggi digital research and innovation) formavamo il reparto creativo.
Poco distante da noi c’era Monica, che al tempo era la nostra responsabile. Dall’altra parte dell’ufficio c’era il “reparto web”, in fondo vicino alla finestra la scrivania di Sebastiano (company logic) e dall’altra parte della vetrata che divideva l’ufficio c’erano Cesare (direttore creativo) e Brunella (account).
Avevo davanti un monitor gigante, collegato a un portatile che avevo ereditato da Cesare e a una tavoletta grafica.
Non la sapevo usare ma non volevo dire a nessuno che era la prima volta che mi approcciavo a questo strumento, per cui avevo fatto finta di niente e pian piano avevo cercato di prenderci confidenza.
Subito dopo i convenevoli mi ero messa al lavoro, su un logo di uno studio associato.
Non sapevo quasi niente, venivo da tre anni di IED ma un conto è la teoria, tutt’altra cosa la pratica. E me ne ero accorta subito.
Nel 2009 il nostro orario di lavoro era 9-13 / 14:30 – 18:30. Eravamo in 11 e non tutti ci fermavamo a pranzo (in un’ora e mezza si potevano fare un sacco di cose, per cui c’era chi mangiava al volo e faceva una passeggiata fino al bar per prendere il caffè, c’era chi tornava a casa e chi magari sbrigava delle commissioni). Poco dopo il mio arrivo si era materializzata nella zona relax all’ingresso una Nintendo Wii con Guitar Hero, per cui in 3 2 1 avevamo messo su una band di un certo rilievo.
Presto l’orario di lavoro era cambiato, accorciando a un’ora la pausa pranzo e anticipando l’uscita serale alle 18.
Tranne d’estate, che spostavamo tutto in avanti di mezz’ora, quindi alle 17.30 andavamo tutti a casa.
Poi l’orario estivo era rimasto anche per l’inverno.
Dopo pochi mesi dal mio arrivo avevo fatto le valigie e insieme ai miei colleghi eravamo partiti alla volta di Berlino per un viaggio aziendale alla scoperta di nuovi luoghi e alla ricerca di ispirazioni. Dopo Berlino erano seguiti, tra gli altri, New York, Mosca, Tokyo, Copenhagen.
In questi 15 anni di lavoro a copiaincolla, dopo di me sono arrivate almeno altre 20 persone, alcune sono rimaste, altre invece hanno preso strade diverse.
Da 3 art siamo passati a 7, da un copy siamo passati a 4, sono nati nuovi “reparti” che una volta non c’erano. Insomma, ci siamo moltiplicati.
La mia scrivania non è più parte di un’isola, ma troneggia fiera e solitaria (seppur circondata da altre scrivanie) a un estremo del cubo sopra (la zona creativa dell’ufficio tra art director, videomaker e copy). Non sono più la “piccola” dell’ufficio, anzi rientro orgogliosamente in quella che chiamiamo “la vecchia guardia”.
Ho ancora un portatile attaccato a un monitor con la differenza (anzi direi il privilegio) che in caso di necessità mi posso collegare da casa perché ho a disposizione molti giorni di smart working da sfruttare.
E se per caso è necessaria la mia presenza in ufficio ma allo stesso tempo ho bisogno che qualcuno si occupi di mia figlia intanto che lavoro posso chiedere aiuto a Mary Poppins, il servizio di baby sitter e baby parking aziendale per i dipendenti.
Se mi capita un imprevisto e devo correre a casa mi basta “sospendermi” momentaneamente dal lavoro senza dover prendere un permesso e recuperare quel tempo entro la giornata.
Posso entrare alle 7 e uscire alle 15 oppure posso entrare alle 10 e uscire alle 19. Non c’è un orario fisso e prestabilito, ma un orario flessibile auto-gestito secondo le esigenze di ognuno, ma sempre nel rispetto dei colleghi e degli appuntamenti a calendario.
Non devo neanche più preoccuparmi di cosa mangiare a pranzo perché grazie ad iFame, la nostra app interna, possiamo ordinare un pranzo diverso per ogni giorno della settimana (il lunedì c’è la pasta cucinata internamente, il venerdì cuociamo hamburger e grigliate sul barbecue).
Da quel 6 aprile del 2009 di cose ne sono cambiate parecchie.
Una cosa però è rimasta uguale: la gioia di varcare quella soglia ogni mattina con la consapevolezza che faccio il lavoro che mi piace, con le persone che mi piacciono e con la certezza che se ho bisogno di qualcosa trovo sempre qualcuno pronto ad ascoltarmi e a cercare insieme a me (a noi) una soluzione per rendere la vita più facile a tutti.
Grazie copiaincolla, buon compleanno a noi.