80 voglia di riviverli
“Cosa resterà di questi anni 80?” è il nome di una famosa canzone di Raffaele Riefoli, in arte Raf. Cosa resterà di questi anni 80 è stato anche il mood della mia giovinezza, vissuta a cavallo dei due decenni 80 e 90: il primo, gli anni dell’io bambino, gli anni dei sogni ad occhi aperti, vissuti con innocenza e innamorato di qualsiasi cosa la vita potesse offrire; il secondo, gli anni dell’adolescenza, dei primi sogni infranti, della maturità e della cruda realtà!
Crescere negli anni 80 è stato molto diverso e, per certi versi, unico. D’accordo, non avevamo smartphone, giga e YouTube. Non c’era Netflix, non c’erano Google Home ed Alexa, non c’era nulla di quanto la tecnologia ci possa offrire oggi.
Eppure noi bambini stavamo bene! Giocavamo a palla in strada o al campetto, dove si andava in bici e possibilmente con il cartoncino montato sui raggi della ruota anteriore, per sentirsi grandi per un attimo e far sentire a tutti il rombo del proprio bolide!
Si guardava Bim Bum Bam, soprattutto Holly e Benji se, come me, eri un piccoletto già appassionato di calcio! Ma come dimenticare Mila e Shiro – Due cuori nella pallavolo? Vabbè, giacché parliamo di cartoni animati come non citare Esplorando il corpo umano? Peppa Pig, scansati!!
Come detto, non esistevano gli smartphone, Google non era ancora nelle idee (forse) di Larry Page e Sergey Brin, niente Gmail, niente Maps, niente applicazioni della Grande G.
I Social Network? Chi? Cosa? Se volevi essere social (che poi, tutti avevamo una vita sociale) uscivi e ti trovavi con gli amichetti o le amichette! Whatsapp e Telegram non facevano litigare tra loro i rispettivi fan, non esistendo ancora.
Tutto quello che rappresenta oggi la nostra routine quotidiana, negli anni ‘80 era solo un lontano miraggio. Ma quanto sono cambiate le nostre abitudini? Ce ne siamo accorti? O ci siamo fatti travolgere dalle novità e ci siamo adeguati senza batter ciglio?
Bene, dopo questa introduzione un po’ disordinata, andiamo con ordine e vediamo alcune peculiarità degli anni ‘80 che oggi, ahimè per i nostalgici, non esistono più!
MUSICA
Alzi la mano chi non la riconosce! Il top della tecnologia audio, il massimo della qualità sonora e della fedeltà di riproduzione… ah no! La musicassetta, compagno inseparabile dei nostri Walkman e dei nostri Hi-Fi!
La musica si ascoltava grazie a questo fantastico concentrato di tecnologia. La qualità del suono inarrivabile, la comodità nella scelta delle tracce impareggiabile. Unico neo: il nastro magnetico ogni tanto usciva dalle guide, e riavvolgerlo sulle due bobine non era operazione per principianti. Solo per audiofili hardcore.
Verrà tristemente rimpiazzata negli anni duemila da quello specchietto tondo che chiameranno compact-disc. RIP.
Ma parlando di musica e nostalgia contemporaneamente, chi come me ha vissuto in maniera conscia gli anni ‘80, non può non ricordarsi di Maurizio Seymandi.
Il conduttore televisivo, oggi alla soglia delle ottantatrè candeline, in quegli anni dominava la fascia del pranzo domenicale con il suo Superclassifica Show, perla televisiva che ogni settimana ci deliziava con le classifiche di vendita dei dischi del periodo.
Chicca delle chicche: il SuperTelegattone, protagonista indiscusso della sigla e della trasmissione. INIMITABILE. Vedere per credere.
VHS
Se le musicassette erano il mezzo per ascoltare la musica, per vedere film bisognava dotarsi di uno strumento grande quanto la tv stessa e in grado di riprodurre le videocassette, per gli amanti delle sigle VHS (Video Home System).
Effettivamente sembrava la sorella maggiore della musicassetta! Il principio, in fin dei conti, era lo stesso: un nastro magnetico, utilizzato come supporto di registrazione e riproduzione, che ruotava attorno a due bobine. Il videoregistratore, poi, leggeva e trasformava in riproduzione video il contenuto del nastro. Magia. Analogica ovviamente.
Unico neo: tornare a quella scena che tanto ti piaceva, o saltare verso la fine del video… ecco, non era esattamente la cosa più veloce del mondo!
Voto al design: 8!
Rimpiazzata tristemente, sempre agli inizi dei maledetti anni duemila, da un mostro (rotondo anche lui) chiamato DVD. AMEN.
FOTOGRAFIA
La fotografia, come gran parte della tecnologia impiegata nella vita di tutti i giorni, è anch’essa rigorosamente analogica. Non è esattamente dietro l’angolo l’era del “faccio tutte le foto che voglio tanto ho 256GB di memoria!”.
E, se è vero che la tecnologia, nel suo avanzare, porta a continui miglioramenti, un vantaggio dell’analogico, in questo caso, era evidente. La singola fotografia andava pensata, studiata, raffigurata. Uno scatto sbagliato era una foto buttata. Tempo e soldi buttati. Sì, perché poi:
- togli il rullino dalla macchina fotografica
- porta il rullino dal fotografo
- attendi i giorni necessari per lo sviluppo del rullino
- torna dal fotografo e ritira le fotografie sviluppate (e paga il fotografo ovviamente!)
- vai a casa e sfogliati le fotografie… e scopri che una non è venuta bene! Due non sono venute bene! Tre non sono venute bene!
La prossima volta stavi sicuro che, prima di scattare una foto, controllavi bene che fosse tutto a posto!
Sicuramente oggi è tutto più comodo e veloce. Che sia una reflex da 5.000 euro o uno smartphone da 100, fai la tua bella foto, te la riguardi e se non ti piace con un clic la cancelli. Fine della poesia.
Per fortuna, ancora oggi, c’è chi si diletta con la fotografia analogica! IMMORTALE.
POSTALMARKET
In realtà gli anni ‘80 (specialmente i primissimi anni ‘80) sono gli anni più difficili per questo marchio, simbolo delle vendite per corrispondenza, predecessore per certi versi di quella che sarà la futura modalità di acquisto preferita da noi giovani (sì dai, mi ci metto anch’io!): l’e-commerce.
Postalmarket ha dato la possibilità a tantissimi italiani (specialmente a quelli residenti nei piccoli centri di provincia) di poter acquistare i prodotti reclamizzati all’interno di Carosello.
Oggi siamo ormai talmente abituati ad acquistare un prodotto online piuttosto che dal negozio sotto casa, che il servizio offerto in quegli anni potrebbe sembrare goffo e macchinoso. Ricordiamoci però che non esistevano le infrastrutture e le tecnologie di oggi.
Sfogliare una rivista, segnarsi i codici dei prodotti e inviarli per posta; attendere la merce acquistata e pagare in contrassegno era, per l’epoca, un sistema innovativo e moderno. RIVOLUZIONARIO.
FILM
L’operazione nostalgia continua con una carrellata di film usciti nella decade ‘80-’89. Do you remember?
- Il tempo delle mele (1980)
- Indiana Jones (dal 1981 al 1989)
- E.T. – L’extraterrestre (1982)
- Wargames – Giochi di guerra (1983)
- Scuola di polizia (1984)
- Ghostbusters (1984)
- I Gremlins (1984)
- Karate Kid (1984)
- La storia infinita (1984)
- Ritorno al futuro (1985)
- I Goonies (1985)
- Corto Circuito (1986)
- Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988)
- L’attimo fuggente (1989)
LACRIME.
PUBBLICITÀ
E gli spot degli anni 80? Ve li ricordate? Ecco un breve assaggio delle pubblicità che passavano sulle nostre TV!
- Pennelli Cinghiale: LO spot per eccellenza. A più di 30 anni di distanza ronza ancora nella mia testa come fosse uscito ieri. ETERNO.
- Tartufone Motta: MULTICULTURALE.
- Pic Indolor: GIÀ FATTO???
- Coca Cola: un must per gli auguri di Natale. NATALIZIA.
- Bistefani: Caaaaaarloooooo!!!! BABBO NATALE!
- Barilla: fatale, in termini positivi, la combinazione adorabile bimba e tenero gattino. LUNGIMIRANTE!
- Kodak: facilissimo, CIRIBIRIBÌ KODAK!!
Ricordare tutto degli anni 80 è francamente un’impresa titanica, non basterebbe un articolo di poche righe per far affiorare tutti i ricordi legati a quel decennio. Vuoi per l’età, vuoi per il periodo stesso, il ricordo più forte è quello di un’epoca spensierata, fatta di semplicità e ancora non pervasa da tutta la tecnologia di cui disponiamo oggi.
Non fraintendetemi: sono la prima persona a ritenere utile quanto di buono si sia ottenuto con il livello di tecnologia attuale, e sono la prima persona curiosa di provare tutte le novità. Ma, per certi versi, manca un po’ quella spensieratezza e quel senso di leggera ingenuità e semplicità vissuta negli anni 80.
Sono sicuro che, chi come me non ha più esattamente vent’anni, avrà qualcosa di suo da aggiungere a questo articolo. Tutti i contributi sono i benvenuti!