Quella volta che volevo fare l’influencer
Mi chiamo Chiara e no, non sono Chiara Ferragni.
Non sono alta, (così) bionda e magra, non ho un fidanzato che si chiama Fedez e non vivo a Los Angeles. In realtà abito agli Angeli, nel comune di Mantova, per cui diciamo che un po’ “Angeles” lo sono anch’io.
E soprattutto, io non ho 9 milioni di followers su Instagram, ma 158.
Insomma, diciamo che io e la Ferragni in comune abbiamo solo il nome.
Seguo il fenomeno Ferragni dal 2009, da quando la vidi ospite da Chiambretti, poco tempo dopo aver aperto il suo blog. Blog che ora è diventato un e-commerce. Lei è stata la prima in Italia, e questo forse un po’ l’ha aiutata. Ma è stata anche molto brava a portare avanti tutto quello che aveva creato e questo è indiscutibile.
Fare il blogger, o l’influencer come si dice oggi, sembra facile. “Alla fine ti fai fare delle foto, le posti su Instagram, metti tre hashtag giusti e fine”.
Sì, facile. Ci avete provato, voi? Ecco, io ci ho pensato più volte di provare ad aprire un mio blog personale, postare spesso foto su Instagram e vedere cosa succedeva.
Poi ho pensato che:
- La fashion blogger non la posso fare perché ci metto 3 ore per vestirmi solo per andare in ufficio e alla fine sono sempre in jeans e sneakers
- La travel blogger non la posso fare perché faccio una vacanza ogni 2 anni
- La food blogger non la posso fare perché odio far da mangiare
- La lifestyle blogger non la posso fare perché ho la vita sociale di un pensionato
Senza contare che non sono per niente costante, e la costanza è uno degli ingredienti principali per il successo di un blog o di un profilo Instagram o Snapchat, o Facebook, o Twitter!
(in foto un esemplare di Chiara “normale” e Chiara Ferragni)
Questo per dire che essere un influencer non è poi così una cavolata come sembra, bisogna dire le cose giuste, nel modo giusto, nel momento giusto. Bisogna fidelizzare il proprio pubblico; non si può postare una foto una volta al mese.
Oltretutto non si “decide di essere un influencer”. Lo si diventa e basta.
Poi bisogna essere bravi a mantenersi costanti, perché perdere followers per una cavolata è un attimo (i centomila fan persi da Kim Kardashian per una foto sbagliata vi dicono niente?!).
Che ci piaccia o no anche l’influencer può essere un lavoro e dobbiamo capire che, come vale per tutti gli altri, per fare in modo che lo diventi servono tanta determinazione e un grande impegno.
Mi chiamo Chiara e no, non sono Chiara Ferragni. Purtroppo. O per fortuna?