Progetto Rover, o di come evolve copiaincolla sul campo
Qui la formazione interna, lo sviluppo delle carriere, le interconnessioni tra team, passano anche da questo particolare progetto sul campo.
Il 4 dicembre del 2024, sulla nostra chat “Avvisi” – quella che riserviamo ai messaggi importanti che necessitano di pulizia comunicativa e della stessa unilateralità tipica delle bacheche o dei cartelli autostradali con i loro avvisi scritti in giganteschi pixel – era comparso un messaggio di Giovanni, HR & Scouting Manager a copiaincolla.
Il messaggio diceva così:
“Un rover è un veicolo progettato per l’esplorazione di pianeti e satelliti, con l’obiettivo di raccogliere dati e campioni da trasmettere e riportare al centro operativo. Rover sarà anche un format di copiaincolla. Trasferte mirate con gruppi contenuti per esplorare orizzonti e raccogliere spunti, e per poi riportare a tutta l’agenzia quegli orizzonti e quegli spunti. Oggi parte il primo episodio in direzione Memissima, il festival del meme, a Torino. Ci saranno Valeria, Gianluca, LucaP e LauraR. Potrete seguire il racconto live sul canale Telegram appena creato per i Rover. Al ritorno, verrà organizzato un momento di restituzione delle direzioni e intuizioni concrete raccolte. È il primo Rover, ce ne saranno altri, con altre destinazioni, con altre persone”.

Quel messaggio e quel festival torinese inauguravano uno dei tanti progetti che copiaincolla tiene attivi sulla formazione e l’evoluzione delle sue risorse. Da quel 4 dicembre al momento in cui scriviamo questo breve pezzo sono passati nove mesi e altri tre Rover.

Struttura predefinita vs. Struttura libera
Ogni Rover è stato pensato come un tupperware prodotto in serie: la struttura è fissa, riconoscibile, replicata; il contenuto è una pietanza ogni volta diversa perché cambiano sempre gli ingredienti. E spesso il modo in cui abbinarli non è così semplice né intuitivo.
La struttura fissa è composta di due giorni e una notte. Il primo giorno è già organizzato e i passeggeri del modulo ne scoprono il programma non appena inizia il loro viaggio. Il secondo giorno prende invece forma attorno a missioni aperte che coppie di colleghi si trovano a dover condurre assieme.

Le missioni aperte nascono dagli stessi partecipanti che le progettano durante il viaggio. Fino ad ora sono state visite a gallerie e mostre, oppure azioni decisamente meno canoniche. Tipo ripensare al concetto di piazza partendo dalle persone che vivono il suo spazio; intervistare signore bolognesi al mercato con l’intento di ottenere la ricetta perfetta del ragù; brand awareness su copiaincolla chiedendo ai passanti se conoscessero l’agenzia e di cosa si occupasse.



Questo fa capire un aspetto saliente del progetto Rover:

Unire colleghi che solitamente non lavorano assieme
Uno degli aspetti più decisivi nella costruzione dell’efficacia dei rover nel produrre risultati tangibili sulle persone che lavoro a copiaincolla è la conformazione dei gruppi d’equipaggio: sono sempre composti da elementi di differenti reparti.
Questo è ciò che permette al Rover di avere la forza di creare connessioni che altrimenti non si creerebbero. Di riscoprirsi tra colleghi e di permettere a copiaincolla di riscoprire ogni volta le sue persone, come stanno cambiando e come possono ancora cambiare.
Take over live su Telegram: tutti a bordo
Il valore dell’esperienza comune del Rover è in gran parte generata dai cosiddetti tempi morti. Nei momenti di apparente inattività chi partecipa può dare e ricevere molto. Le scelte delle strutture in cui pernottare non sono casuali e hanno anzi l’obiettivo di favorire quelle dinamiche.
Sono stati appartamenti nel centro delle città, case di campagna alle prime periferie e una volta anche un convitto diocesano.
Restituzione e patrimonio comune
La spedizione non deve però limitarsi all’arricchimento di che ne prende parte. Chi parte in Rover sa che lo sta facendo per conto di copiaincolla, con la missione di riportare con se al ritorno informazioni, esperienze e impatti da condividere con il resto dell’agenzia.
No, un momento.
Condividere sarebbe un obiettivo riduttivo e per quello basterebbero la trasmissioni live dal take over Telegram.

I laboratori creati ad hoc in agenzia, organizzati in brevi segmenti di giornate, hanno questo fine. Chi ritorna dal Rover ha l’onere e onore di creare un’esperienza che ricrei quella vissuta sul campo. Per diffondere, per contaminare, per far in modo che la ricerca porti risultati anche a chi non ne è stato parte attiva.
Perché il fine è tornare sempre per poi ripartire ogni volta. Evolvendo, sviluppando, aumentando la forza progettuale, allargando il campo visivo.