“Dal copywriting al songwriting… Sempre di scrittura si parla, no? Magari uno che lo fa già tutti i giorni per lavoro è avvantaggiato. Proviamo a diventare songwriter!”

Questa fiamma nel mio cervelletto si è accesa quando, sempre per lavoro, mi è capitato di dover scrivere testi in musica e mi sono divertito da pazzi. Unire due passioni nel mio lavoro? Un sogno.

Poi mi reso conto che:

  • se avessi dovuto comporre la base, non avrei avuto idea di come fare.
  • un jingle non è un gioco, è comunicazione, è musica vera. Se non sai scrivere una canzone seria non sai scrivere consapevolmente un bel jingle.

  • per sapere come comunicare determinate emozioni bisogna conoscere nozioni di ritmo e di melodia, capire la relazione con il testo e con l’armonia.

  • l’armonia è matematica. La matematica, tendenzialmente, non è la vocazione di un copywriter.

Così la fiamma si è spenta. Per un momento, poi mi sono iscritto a un corso di songwriting e ho iniziato finalmente a capire perché alcune canzoni ci emozionano, perché alcuni jingle ci coinvolgono: colpa della maledetta matematica! La sanno lunga gli strategist, che in agenzia partono dai numeri per estrarre insight e trovare un senso nella comunicazione, estrapolando sentimenti ed emozioni.

Ho scoperto che con la musica si può fare la stessa cosa: si possono scoprire punti in comune e differenze fra migliaia di canzoni, capire matematicamente come funzionano le loro caratteristiche e, improvvisamente, boom! In un attimo sai che determinate combinazioni comunicano sempre determinate emozioni. Ogni volta che capisci una regola della matematica musicale e la interiorizzi, legandola a una emozione, hai uno strumento per comunicare, diventa parte del tuo linguaggio e non la percepisci più nemmeno più come matematica; un po’ come quando scrivi correttamente in automatico, senza bisogno di pensare costantemente alla grammatica.

Qualche esempio, in breve?

Un ritmo omogeneo crea equilibrio, uno sincopato sconvolge tutto.

Poche note lunghe creano distensione, tante note corte compressione, agitazione.

Le melodie poi? Alcune note si legano all’armonia facendoci sentire in pace e in sicurezza, altre creano un senso di tensione, sospensione, distanza emotiva.

Che casino! Ogni accordo si lega a una diversa emozione e sensazione quando entra in relazione con gli altri. Alcuni ci fanno percepire speranza, altri tristezza, altri instabilità, e ogni volta che passiamo da uno all’altro creiamo un viaggio emotivo.

E il viaggio diventa intenso e sensato quando, sfruttando tutti questi elementi, riusciamo a creare dei pattern nella canzone: tipo la strofa o il ritornello. Pattern da ripetere per far passare il messaggio senza creare troppa confusione, ma soprattutto pattern da tradire, creando contrasti per evitare di annoiare, muovendo chi ascolta al capitolo successivo della storia che stiamo raccontando.

🎵 POOO-POPOPO-POLARETTI!
La Polaretti family oggi porta la sua frutta
a Polarettilandia ce la porta proprio tutta.
Su con ghiaccio e fantasia ce la metton proprio tutta
qui si fanno i Polaretti con il meglio della frutta

POOOO-POPOPO-POLARETTI! 🎵

Non scherzo, tutta la strofa ripete un pattern ritmico preciso, omogeneo. Indovinate quando lo tradisce, creando un momento di interesse? Già, proprio quando arriva il nome del prodotto.

E questo è solo uno dei mille motivi per cui era matematico che questo motivetto si fissasse nella nostra testa per sempre. Lui, i suoi pinguini e le maledette formule matematiche che piano piano, qui a copiaincolla, stiamo svelando una a una.

🎵 GIRA GIRA, COME TI GIIIRA
COOOME GIRELLA
COME TI VAAA 🎵