Caricamento in corso
Avete presente quei siti web che, una volta digitato l’url e premuto invio, impiegano alcuni minuti per caricarsi mostrandovi, per ingannare l’attesa, una rotellina (in gergo tecnico “loader”) che continua a girare e sembra non finire mai?
Era il lontano 2006 quando, dal desktop del mio mac, iniziai per la prima volta ad aprire un programma che aveva come icona un quadrato rosso e la lettera “F” bianca stampata sopra.
“Flash”. Fantastico. All’epoca ti permetteva di realizzare cose inimmaginabili.
Una barra temporale divisa in frame, una testina, diversi livelli, un pannello strumenti, ActionScript (un linguaggio di programmazione) ed il gioco era fatto. In parole povere: la pallina appena disegnata come per magia si muoveva dal punto A al punto B.
Poi l’entusiasmo finiva, quando capivo che i veri siti fighi (e premiati) non erano esattamente uguali alla mia pallina che, nel frattempo, dopo diverse prove, ero riuscito a far rimbalzare; ma ero pronto.
La strada era tutta in salita.
Alla pallina si aggiunsero poco a poco i pulsanti, le immagini, le pagine, altri elementi animati, i suoni, i video, fino a ritornare al nostro loader.
Eh sì, perché a forza di aggiungere, il file cominciava a diventare pesante e, per evitare di vedere una pagina bianca sul browser, appariva quella rotellina che ti salvava la vita.
Era un modo per ingannare l’utente. I famosi “5 minuti da barbiere”. “Stia lì, non si muova, finisco di tagliare l’ultimo ciuffo di capelli ad un cliente e sono subito da lei.” Uhm…
Sono passati tanti anni, Flash ormai ha smesso di esser venduto già da un po’. Eppure ancora oggi vedo tantissimi siti web, non più realizzati in Flash ovviamente, che si presentano con una bella rotellina, pronta a girare secondi – o minuti – prima di lasciare la scena e fare spazio al sito web vero e proprio.
Per molto tempo mi sono posto una domanda: ha ancora senso oggi fare attendere un utente per il caricamento di un sito, per poi mostrargli una pagina ricca di animazioni?
Quando sappiamo che noi stessi, come utenti, cerchiamo da un sito web informazioni, contenuto e non l’apparenza animata di una pallina che nel suo rimbalzare mi ha fatto aspettare diversi secondi in più? A questa domanda sono riuscito a rispondere solamente dopo anni di esperienza. La risposta? Più che una risposta è una soluzione, quella che da allora ho adottato: l’arte del compromesso.
Animare sì, ma non troppo.
Avete presente quei siti web che, una volta digitato l’url e premuto invio, impiegano alcuni minuti per caricarsi mostrandovi, per ingannare l’attesa, una rotellina che continua a girare e sembra non finire mai?
Io sì.