“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria.
Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”

 Umberto Eco

 

Trattare un tema come quello della lettura non è certo una passeggiata. Così come non è sicuramente intenzione del sottoscritto avere la pretesa di essere esaustivo riguardo ad un argomento che, di norma, richiederebbe un blog dedicato solamente ad esso.

Nel mio piccolo, però, mi piace riflettere e trascrivere in poche semplici parole un aspetto che considero parte integrante della mia quotidianità (o almeno, così mi piacerebbe che fosse, ma ahimè non sempre è possibile!).

Leggete! Leggete! Leggete!

Chissà quante volte ce lo siamo sentiti ripetere dalle nostre maestre, dai nostri professori, dalle nostre mamme. Quello che sembrava un monito dal sottile sentore di minaccia si è rivelato, di fatto, uno dei consigli migliori che abbia mai ricevuto in vita mia.

Al di là della classica ed iper inflazionata definizione che leggere fa bene (la diamo per scontata, no?), quali sono i reali benefici che una persona può trarre dall’esercizio della lettura? La risposta non può essere generica, perché si ricadrebbe nel caso della nostra cara definizione iper inflazionata, e perché ciascuno di noi, evidentemente, ha un rapporto diverso con essa. Ma, ahimè, all’essere umano piace classificare, catalogare, mettere ordine alle cose.

Leggere è rilassante.

Diciamocelo: se uno è in disaccordo con tale affermazione non è un lettore. Sarebbe una contraddizione, come a dire che chi pratica tutti i giorni uno sport è un pigro per natura, o che chi predilige il vino all’acqua è astemio. Non importa il tipo di lettura che si sta affrontando, tra le emozioni e le sensazioni trasmesse dalle pagine di un libro devono sicuramente figurare anche quelle di benessere, di tranquillità, di rilassatezza. Non a caso risulta difficile affrontare una lettura al di fuori del proprio tempo libero.

Leggere è coinvolgimento.

Anche se purtroppo non è sempre così. A chi non è mai capitato di incappare in un libro noioso, che non vedeva l’ora di finire o, peggio ancora, abbandonato dopo un più o meno misero numero di pagine? Naturalmente, noioso è definizione che rientra appieno entro i confini del personale e del soggettivo, e non è certo questa la sede per disquisire su tale argomento. È altrettanto vero che, quando affrontiamo un libro al quale siamo interessati, abbiamo fatto ricerche, letto recensioni; quando leggiamo un libro che abbiamo volutamente scelto per un nostro interesse, è molto probabile che esso ci faccia immergere in un mondo fantastico, costruito attorno al suo contenuto, nel quale ci troviamo totalmente coinvolti. Ci immedesimiamo nei paesaggi e nei personaggi, spesso prendendo le parti dell’uno o dell’altro. Sono i classici libri che non vorremmo finissero mai, quelli che quando finiscono ti dispiace, quelli che quasi quasi rallento un po’ la lettura per finirlo più in là nel tempo…

Leggere è arricchirsi.

Questo è un dato inconfutabile. Ogni volta che portiamo a termine un libro, che sia esso un romanzetto leggero oppure un saggio articolato, non abbiamo fatto altro che aumentare il nostro personale bagaglio culturale. Abbiamo permesso alle idee, ai concetti, alla creatività di un’altra persona di arricchire le nostre conoscenze, di stimolare le nostre riflessioni, di provocare emozioni.

Un amante della tecnologia e di libri

A questo punto il ragionamento confluisce in maniera naturale sul cosa leggere. Abbiamo la fortuna di avere una mente in grado di spaziare da un argomento all’altro senza limiti, in grado di provare piacere per un tipo di lettura e diniego per un’altra ma, ciò che più è rilevante, abbiamo la libertà di scegliere quello che più ci aggrada. Cosa che, se ci pensate bene, non ci è concessa in così tanti ambiti della nostra esistenza! E questo, per me, è davvero illuminante. Mi piace sottolineare soprattutto questo aspetto, piuttosto di buttare lì nomi di generi letterari a caso. A quello ci ha pensato, molto bene, la saggia e competente Wikipedia. Divertitevi a trovare il vostro genere preferito!

Dopo il cosa, il dove. Non è un segreto che, per un accanito lettore, ogni luogo è un luogo ideale per leggere. In treno mentre si raggiunge il posto di lavoro, sul divano di casa, in una sala d’attesa, nel proprio letto la sera, prima di dormire, oppure in piedi in autobus, comodamente distesi sul lettino in spiaggia, in biblioteca… Ogni dove e ogni quando sono potenzialmente idonei per isolarsi dal resto del mondo, aprire un libro ed immergersi nella lettura. A proposito di isolarsi dal resto del mondo: quante volte vi sarà capitato, in treno ad esempio, di vedere tante teste chine? Chi su un libro, come dicevo sopra, chi – tanti, la maggior parte – su di uno smartphone, un tablet, un notebook… Non voglio, con questo, aprire un dibattito sulla scarsa indole di socializzazione che le nuove tecnologie hanno indotto in noi umani; ce ne sarebbe da argomentare per un altro intero articolo. Colgo l’occasione, piuttosto, per introdurre un altro dilemma di questo decennio.

Libro cartaceo o e-book reader?

E-book reader o libri cartacei?

La risposta è… tutti e due! Parlo a titolo personale, naturalmente. Da divoratore delle nuove tecnologie non ho potuto fare a meno, in questi ultimi anni, di comprare un noto e-book reader di una nota grande azienda. L’esperienza è stata (ed è tuttora) molto positiva. Analizzando gli aspetti positivi, posso sicuramente elencare

  • la comodità di avere a portata di mano un’intera biblioteca, sempre e ovunque;
  • il risparmio di spazio in casa e il maggior ordine che ne consegue (meno libri da sistemare e da spolverare);
  • la portabilità: basti pensare a quando, in vacanza, dovete riservare spazio in valigia a due o tre libri, o ad un libro voluminoso… beh, da questo punto di vista, portare con sé un solo piccolo dispositivo non ha paragone;
  • la leggerezza, specialmente per i libri di Follett da 1000 pagine 🙂
  • i prezzi degli e-book, solitamente inferiori rispetto alla controparte cartacea.

Di contro, e qui spero di guadagnare il consenso dei lettori tradizionali, il buon vecchio libro cartaceo ci trasmette quelle sensazioni tattili e olfattive, oltre che emozionali, che un moderno e-book reader non sa nemmeno lontanamente darci. Quella sensazione di ruvidino mentre si cambia pagina, quel profumino di carta che si avverte mentre si legge o mentre si sfoglia velocemente un libro nuovo di pacca in libreria o quando ci arriva casa, magari ordinato proprio dalla nota grande azienda di cui sopra! Ma anche la sensazione di avere tra le mani un oggetto unico da aggiungere alla tua bellissima collezione di libri da mostrare con orgoglio agli altri (spazio in casa permettendo). Non dimentichiamo poi la sensazione unica che trasmette un libro di carta quando di sera, a letto, con le palpebre che ormai ti stanno per abbandonare, si appoggia in maniera molto delicata sul tuo naso lanciandoti il segnale inequivocabile, sempre in maniera molto gentile, che forse è ora di dormire!

E voi? Che tipi siete? Libro cartaceo o e-book reader? Fatecelo sapere nei commenti!