Zang tumb tumb tuuuuuuuumb tuuuuuum tuum.
Pic-pac-pum-tumb.

Parole immaginate e impaginate.
Parole che non esistono.
Parole che possono essere in grado di trasmettere sensazioni, che ricordano un suono, un rumore.
Parole che, anche non sentendole, ci basta leggerle per entrare nella loro frequenza.

Il futurismo è movimento, per davvero

Davanti al movimento futurista, alle innovazioni grafiche e comunicative, noi pubblicitari non possiamo rimanere indifferenti. Indipendentemente dal gusto personale, i futuristi sono stati oggettivamente precursori di stile del messaggio visivo finalizzato alla comunicazione di massa.

Per loro la pubblicità era arte.

La loro arte era grafica.
La grafica era al servizio della pubblicità.
Il testo non era più di supporto all’immagine, il testo spesso ERA l’immagine.

La diffusione dei messaggi seriali era affidata in primis all’impatto visivo. L’intento di parlare a un pubblico molto vasto, così come la voglia di cambiamento, ha fatto sì che venissero prese strade diverse dalla “normalità del periodo” che aveva abituato la massa.

Colori forti e tagli aggressivi hanno rivoluzionato la vita delle persone in ogni campo: dal design alla moda, dalla letteratura alla musica. Tutto era veloce, tutto era per la massa, tutto era comunicazione.

Oggi, basta guardarci attorno per realizzare che i valori dell’epoca che stiamo vivendo non sono poi così distanti da quelli di un secolo fa.

Gli ultimi decenni ci hanno riportato alla stessa eccitata voglia di cambiamento continuo.

I passi sono sempre più veloci e i nuovi mezzi di comunicazione e la rincorsa alla tecnologia portano l’estetica e l’immediatezza a essere protagonista di questa nuova era in cui tutto è immagine, dinamismo, velocità.

Al giorno d’oggi tutti noi siamo ossessionati dalla velocità, viviamo il tempo di uno scroll su un social network, il tempo di cambiare un canale, il tempo di voltarsi da un’altra parte. Ogni cosa è già vecchia un attimo dopo la sua nascita. In una parola: futurismo.

E come scrisse Marinetti…

Il tempo e lo spazio vivono ieri,
noi abbiamo già creato l’eterna velocità onnipresente.