Quando si torna tardi dalla spiaggia, si vedono bagnini che chiudono gli ombrelloni e preparano i lettini per la mattina successiva, con movimenti così fluidi da farli sembrare leggeri come i teli da mare che vi si poggiano sopra. 

Oppure dopo la colazione in hotel, si fa ritorno alla propria stanza per recuperare le ultime cose utili per affrontare la giornata e si vede il personale che naviga i corridoi con i propri strumenti di lavoro organizzati su di un carrello, un po’ come quando si va a fare la spesa.

E, infine, capita di scovare tra amici di amici o nei discorsi origliati accanto ai binari della stazione qualcuno che lavora in un’agenzia di comunicazione a cui viene chiesto “che poi, fate tipo le locandine al computer, no?” (cit. parrucchiere romagnolo).

Il fatto di poter intravedere solo una piccola parte della realtà di qualcosa non è niente di nuovo. La differenza è che a volte questo ci incuriosisce e, a volte, no. 

Pensate a quanto eravate curiosi della persona che vi piaceva alle superiori e a quanto volevate scoprire a che ora andava letto la sera, qual era il suo colore preferito o il nome dell’artista che più ammirava. O a come era arredata la sua cameretta. O a come profumava il suo bagnoschiuma preferito. 

Ph Giorgia Benatti

Pensate a quando studiavate, facevate il test e non vedevate l’ora di scoprire il voto e leggere le correzioni.

Ecco, a volte qualcosa ci attira così tanto da volerne sapere di più. A volte no.

Tendenzialmente la gente che va in vacanza vuole rilassarsi e non ha molta voglia di pensare a chi cucina in hotel con la faccia rossa di calore tra i fornelli: si spunta sul foglietto presentato anticipatamente sul tavolo della cena il menù per il giorno successivo e via che si esce a pescare le paperelle al Luna Park. Si va a letto e il giorno dopo si raggiunge la spiaggia dove l’ombrellone aspetta a telaio aperto il suo affittuario sopra un lettino già girato verso il sole o verso il mare (d’altronde acqua e fuoco sono sempre stati in competizione, no?). Poi magari si sfoglia la tipica rivista di gossip che ha acquistato poco prima al piccolo chiosco dei giornali e nota una pagina che pubblicizza la nuova borsa che non ti puoi permettere. Bello. Bella foto. Bella immagine. 

E via che si sfoglia quell’angolo di pagina bagnato dal costume fradicio dal tuffo in mare appena fatto.

Ecco, a volte capita che nessuno (in vacanza o no) si fermi a pensare a quanto lavoroimpegnodedizionepassionepazienzatempoconcentrazioneabilità serva per una spiaggia attrezzata, una camera di hotel e il key visual di un’agenzia di comunicazione.

Una nostra campagna pubblicitaria per Lichtena

Ma quindi, cosa hanno in comune questi tre elementi?

Sicuramente non una barzelletta. 

Sicuramente tante cose. 

Prima di tutto, il risultato perfetto.

Lunghe file di ombrelloni e lettini geometricamente posizionati. 

Lenzuola di camere d’albergo perfettamente stirate, accanto ad asciugamani bianchissimi ripiegati precisamente.

Fotografie di prodotto senza imperfezioni.

Secondo, il tempo invisibile.

Lunghe file di ombrelloni e lettini geometricamente posizionati, piantati ad aprile dopo aver ridistribuito immense montagne di sabbia spinte da trattori con grandi pali prima dell’inverno. 

Lenzuola di camere d’albergo perfettamente stirate, accanto ad asciugamani bianchissimi ripiegati precisamente, arrivate dalla lavanderia in orario dopo essere state raccolte il giorno prima, gettate in grandi cesti, lavate, asciugate e riconsegnate.

Fotografie di prodotto senza imperfezioni, scattate all’interno di un set studiato settimane prima in un piano editoriale realizzato dopo una vasta analisi.

Terzo, l’organizzazione strutturata.

Lunghe file di ombrelloni e lettini geometricamente posizionati, piantati ad aprile dopo aver ridistribuito immense montagne di sabbia spinte da trattori con grandi pali prima dell’inverno. Il tutto studiato da bagnini che ogni anno fanno i buchi nella sabbia, ridipingono le cabine, dispongono la passerella, ricostruiscono il parco giochi e trasportano i lettini dai depositi. Ovviamente lettini che sono stati lavati a fine stagione.  

Il lavoro invisibile di Paolo Rinaldini (Bagno 59/60), Presidente del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Bagnini di Bellaria Igea Marina – Ph Giorgia Benatti

 

Lenzuola di camere d’albergo perfettamente stirate, accanto ad asciugamani bianchissimi ripiegati perfettamente, arrivate dalla lavanderia in orario dopo essere state raccolte il giorno prima, gettate in grandi cesti, lavate, asciugate e riconsegnate. Il tutto calcolato da chi pianifica prenotazioni di mestiere, incastonando in esse la spesa che lo chef stila la sera prima secondo i menù, i camerieri che devono preparare i cappuccini a chi non riesce ad utilizzare la macchinetta automatica e aver contrattato il ragazzo che sta al bar ma ha anche un altro lavoro.

Tipico ragazzo romagnolo che oltre al suo lavoro aiuta la famiglia in hotel e in spiaggia – Ph Giorgia Benatti

Fotografie di prodotto senza imperfezioni, scattate all’interno di un set studiato settimane prima in un piano editoriale realizzato dopo una vasta analisi. Il tutto parte di un progetto di comunicazione messo a punto unicamente per il cliente, in linea con i suoi obiettivi di marketing e quindi approvato dallo stesso, ancor prima internamente, e ancor prima nato da una strategia.

Ma quindi, cosa hanno in comune una spiaggia attrezzata, una camera di hotel e il key visual di un’agenzia di comunicazione?

Un’immensa mole di lavoro che, se non ci si ferma a sbirciare, resta quasi del tutto invisibile all’occhio umano.

Pertanto: 

Fermatevi ed esplorate! 

Interessatevi e domandate!

Potreste scoprire nuove realtà, potreste addirittura scoprire copiaincolla!