Sono una di quelle persone che non ama molto andare a fare la spesa.

Non per il fatto che la reputi una cosa noiosa o perché “devo farla”. Non per il fatto che non so mai cosa comprare… ma per il fatto che non so mai con quante cose uscirò e soprattutto quante di quelle cose mi serviranno realmente!

Esco di casa pronta come per affrontare una guerra, munita di borse, borsine, borsone e lista della spesa alla mano perché dico “eh no, questa volta non mi fregate!”

Poi eccomi lì tra le corsie, con tutti quei colori attorno, con quei pack talmente kitsch da essere a volte bellissimi… Puntualmente mi trovo a guardare gli scaffali per minuti e minuti per poi comprare cose che “ah sì sì queste potrebbero servirmi!” solo perché graficamente belle.

 

Li guardo, li studio, li tocco, guardo i font, la carta, le lavorazioni, commento da sola… e poi metto nel carrello. Probabilmente passo per matta agli occhi di chi mi vede. Anzi, anche senza probabilmente.

Avete presente le lattine della passata di pomodoro? Vintage da sempre e da sempre bellissime. “Sì, questa la compro! Così poi ci faccio un porta-qualcosa” (ma un porta che?!?). Per poi finire che la porto a casa e non la aprirò mai perché mi dispiace usarla.

Stessa cosa per una linea di prodotti estetici, per un famoso brand americano di salse, per una cera per capelli…

Sì, una cera per capelli.

Ho comprato una cera per capelli.

Era bellissima. È bellissima.

Confezione di latta gialla scura, impaginazione retrò, illustrazione vintage di un rinoceronte… non potevo lasciarla lì! Adesso, io la cera per i capelli non la userò mai, ma che importa! Ora quel pack è a casa mia!

E come nelle migliori storie, alla fine sono vittima del mio stesso lavoro.

Quindi penso: ma i pack curati, belli e fatti con criterio sono veramente apprezzati da tutti o solo da chi come noi è del “settore”? Tante volte il bel vestito copre qualcosa che non va nel contenuto? Può essere.

Ma come nella vita reale ognuno si veste come sta meglio, no?