Ciao, mi chiamo Veronica, non sono una romantica e nemmeno una sognatrice. E di tante altre cose che non sono, di una cosa invece sono certa: sono una nostalgica, ma proprio una nostalgica seriale.

Ultimamente, ogni volta che incappo in una novità, finisco per fare il paragone con qualcosa del passato che gli assomiglia e che magari ha ispirato proprio quella novità.

Non lo so che cosa mi stia succedendo: forse sono passata dal lato oscuro del “si stava meglio quando si stava peggio”; forse, con il passare degli anni, sono più consapevole nel dire cosa mi piace e cosa proprio non mi convince. Sto diventando grande e mentre cresco me ne accorgo? Forse sì. Sarà quel che sarà, ma la nostalgia è il dato di fatto.

Io, al lip sync di TikTok “I’ve a rich boyfriend check” preferisco il playback di Britney Spears in “hit me baby one more time”. Mi si potrebbe dire: ma perché ci soffri? Io ci soffro perché se cerco l’hashtag “#check” su TikTok trovo più di 3.4 bilioni di post. BILIONI! Ovviamente non tutti sono quel tipo di “check”, così come non tutti i “check” sono stati postati con questo hashtag. Ma è per dare un’idea vaghissima delle dimensioni: immensa! E ho subito ben chiaro il risultato della partita: TikTok 1 – Britney 0. MTV muta!

Poi mi manca capire esattamente quello che leggo e quello che sento. Io amo i dialetti, gli accenti e lo slang: li trovo parte fondamentale della cultura popolare, per la quale ho da sempre un debole. Però, quando l’altro giorno, di fronte ad un commento sotto a un video di YouTube ho letto “🚫 🧢”, più e più volte, mi sono detta: “ecco, ci risiamo”. Infatti il mio istinto mi ha obbligato a indagare e ho così scoperto che “🚫🧢” non significa vietato indossare il cappello. Saltellando da un blog all’altro ho finalmente capito che  “🚫 🧢” sta per “No cap” che vuol dire “no lies, for real”.

In italiano sarebbe una cosa come “per davvero”. Da quel giorno “🚫 🧢” mi perseguita: su Instagram, nei testi delle canzoni, anche per radio. E ogni volta penso che mi mancano quei momenti in cui l’unico slang era tvb, lol e, che pur di non finire i soldi sul cellulare, si scrivevano sms con abbreviazioni impensabili e alle volte difficilissime da decifrare. Ma eccola qui, ci risiamo: nostalgia.

Per non parlare poi dell’aereo senza meta né destinazione: la compagnia Qantas ha lanciato il progetto “Flight to Nowhere”. Sette ore a bordo di un aereo che non prevede l’atterraggio in una destinazione diversa dalla partenza. Un aereo che atterra esattamente dove è partito. Però ha i finestrini grandissimi, dicono. Posso anche capire l’astinenza da «allacciate le cinture» ma quella da «pasta o pollo con riso?» proprio no. E subito la mia mente viaggia a quando, da piccola, in macchina con la mia famiglia, ovviamente in colonna il 13 di Agosto, non facevo altro che chiedere “quando arriviamo?”. Non mi interessava il viaggio (sempre perché non sono una romantica, l’ho già ammesso). A me importava la destinazione. Non ci sono più i viaggi di una volta. 3,2,1: nostalgia.

Non so se in tutto ciò c’è una morale. Forse no. Però mi sento di dire ai nostalgici come me di non esitare e di continuare a indagare e scoprire novità ma di analizzarle sempre con occhio critico.  Non è diffidenza amici. È nostalgia. E la nostalgia è bellissima. Non è romantica. Non è da sognatori. Ma è bellissima, ve lo garantisco.

E comunque: #FreeBritney