Quante volte succede di vedere layout pubblicitari con una qualità di contenuto e di grafica mediocre?

Con immagini obiettivamente insipide, con un’idea di concept quasi imbarazzante, con dei claim e/o headline a dir poco banali e soprattutto dei font che fanno rabbrividire.

Io so che da qualche parte nel mondo esiste un grafico che prova imbarazzo per quella sua creazione.

Costretto a fare cose che non condivide, ma che dopo opere di convincimento non andate a buon fine, si è visto obbligato ad accontentare alcune richieste pur di soddisfare il cliente.

Scommetto che se parlassi di questo a un qualunque creativo, direbbe che anche a lui è capitato.

Proprio poco tempo fa sono incappata in un articolo online non proprio nuovo, ma incredibilmente attuale.

Prendeva in considerazione e analizzava le due figure che “minacciano” la qualità, ma soprattutto il valore professionale del ruolo di grafico: il non-grafico e il wanna-be-grafico.

Chi sono questi due personaggi?

Il primo è un nipote, un amico, un amico di un nipote o il nipote di un amico che solitamente viene interpellato perché “sa usare il computer e ha Facebook”.

Il non-grafico non per forza ha 18/20 anni, ci sono addirittura esemplari adulti convinti di essere preparati e fortissimi sulla parte estetica.

Spesso i loro lavori sono riconoscibili per l’utilizzo di bagliori, ombre, sfocature e filtri usati “a sentimento” su Photoshop.

Perché sì, lui il logo lo farà in Photoshop… o peggio, in Word.

L’altra figura, il wanna-be-grafico, riguarda quelle persone che si sentono grafici perché hanno frequentato un corso di 30 ore (magari online), alcuni diplomati all’accademia di belle arti che sì, probabilmente hanno anche un ottimo senso estetico, ma purtroppo non hanno le basi per affrontare un progetto dall’inizio alla fine.

Da non dimenticare in questa categoria gli architetti.

Che per carità, se un fornaio fa il pane può anche fare le pizze… sempre di cibo si tratta ma non è esattamente la stessa cosa!

In sostanza, per fare il grafico o il creativo, non basta entrare in un Apple Store ;-). Ecco. l’ho detto.