In questo articolo non voglio parlare di utilizzo di font, di come scegliere il carattere corretto per un progetto o cose simili… no, niente di tutto questo.

Voglio solo fare coming out sulla mia passione per i font.

In realtà non ricordo com’è nato l’amore per loro, ma ricordo che sin da quando ho acceso un computer in età poco prima che adolescenziale, “giocando” con Word ero affascinata da quell’elenco di caratteri che comunicavano qualcosa anche solo dal loro stile grafico.

Probabilmente quell’attrazione nei confronti dei font è stata la scintilla che ha fatto sì che io abbia scelto questo percorso lavorativo anziché un altro. Perché sì, inizialmente volevo fare l’istituto alberghiero. Ma mi ci vedete cameriera? Che inciampo e ribalto tutto? Va beh, ma anche no! 

Devo dire che nel tempo sono passata dall’adorare varie tipologie di font: prima Gill Sans, poi sono passata al Futura, la Rotis, l’intramontabile Helvetica, passando per Bodoni, Gotham, etc…

D’altra parta il nostro lavoro comunica sensazioni attraverso un linguaggio grafico e l’importanza dei font nel trasmettere emozioni la si può capire solo se la si vede.

Nulla dice che uno è giusto e uno è sbagliato, semplicemente vengono trasmesse cose diverse. Le proporzioni, il peso, lo stile, le famiglie alle quali appartengono, sono tutte cose che fanno percepire il carattere del carattere.

Tante volte mi capita di sentire “beh ma tanto Arial e Helvetica sono uguali”

Nero: Arial – Bianco: Helvetica

Vi sembrano uguali??! La curva della R, l’allineamento rassicurante della parte alta della “t” e la parte sinistra della “a”…

Mamma mia, a volte mi rendo conto di essere paranoica e decisamente borderline, soprattutto quando al ristorante mi metto a criticare la scelta del carattere del menù.

Oppure cerco di capire quale font sia quando non riesco a riconoscerne uno. Tempo fa ho addirittura inviato una mail a una rivista per sapere quale fosse il carattere utilizzato in un articolo. Giuro.

Voglio pensare di non essere sola in questa piccola mania.
(Qui un’altra mania di Elena, ndr)

Ho trovato questa frase in giro per il web e penso che sia tutto ciò che rappresenta il nostro lavoro:

Trasmettere sensazioni (ed emozioni) attraverso il linguaggio grafico è la cosa più difficile.

Io aggiungerei questo: e forse è anche una delle cose più stimolanti.

Stay tunes, stay fonts!