Se sei in treno, sulla ciambella o la tua lei sta parlando e non hai voglia di ascoltarla, questo è il momento giusto per leggere quanto segue.

Sono sempre stata affascinata dal potere dell’ebetismo umano. A partire, ovviamente, dal mio.

L’ebetismo è un fenomeno noto fin dall’antichità, quando ancora non aveva la w davanti. Tra gli elementi di massima diffusione di ebetismo e webetismo nella storia e nella cultura, possiamo annoverare Candy Crush, il cappello con capelli per persone calve e le famigerate ma viralissime Catene di Sant’Antonio. Così mi sono chiesta… ma chi era Sant’Antonio?

Sant’Antonio, il babbo della viralità

Secondo la leggenda, si tratta dell’eremita Sant’Antonio Abate – quello che ha benedetto capre, maiali e cavalli l’altro ieri – il quale scrisse una missiva al Duca d’Egitto per avvertirlo che se avesse continuato a perseguitare i Cristiani, Dio lo avrebbe ucciso. Sant’Antonio (d’ora in poi Antò) lo invitava infine a spedire a sua volta quella stessa lettera a tutti coloro che si comportavano come lui. Il Duca, però, distrusse la lettera.
Poco dopo il suo cavallo lo disarcionò, uccidendolo.
Antò non l’ha mai saputo, ma quello fu il momento in cui diventò il padre fondatore della viralità.
 

Ave Maria Montessori, Brooke e la Summer Card

Anni Cinquanta. La leggenda di Antò iniziò ad essere virale quando si decise di trasmetterla mediante lettere il cui inizio era sempre “Recita tre Ave Maria a Sant’Antonio” e che narravano le fortune capitate a chi l’aveva ricopiata e distribuita a parenti e amici e le disgrazie che avevano colpito chi invece ne aveva interrotto la diffusione.

Anni Settanta. Alle lettere si aggiungono le cartoline. Il metodo: Tizio spediva una lettera a Caio, su cui vi era l’indirizzo di Sempronio, Rino, Gaetano e Berta. Caio inviava una cartolina della sua città a Sempronio e spediva la lettera a persone di sua conoscenza mantenendo l’indirizzo di Rino, Gaetano, Berta e sostituendo il proprio a quello di Sempronio.
Vi siete persi? Anch’io. Peggio di Beautiful. Lo scopo, in ogni caso, era collezionare cartoline.

Anni Novanta. Mentre il Divin Codino sigla uno dei goal più belli della storia dei Mondiali e la radio passa The Rhythm of the night, i Santi Antoni iniziano ad utilizzare le banconote per veicolare le catene senza ricorrere a spese postali e con l’enorme vantaggio di diffusione che solo una valuta può avere.

Pare che la crème de la crème fosse la banconota da ₤1000, probabilmente per l’irrefrenabile brama di virilizzare la Divina Montessori tramutandola in nientepopodimeno che Che Guevara.
Anni 2000. “Cosa potrebbe mai superare la viralità delle mille lire?”, si saranno chiesti i Santi Antoni del nuovo millennio. Fu solo allora che un Antonio più furbo degli altri creò la Summer Card. Come potete ben immaginare, fu l’inizio della fine.

Santi Antonii fantastici e dove trovarli, il Bestiario

Antonio duepuntozero. Niente più lettere, ma sms, e-mail, video, immagini, post.
Meno disgrazie e sfighe, più allarmi ingiustificati, complotti irritanti e socialmente destrutturanti.
Meno minacce di spezzamento catena, più punteggiatura spropositata e URLANTI MAIUSCOLE 1!1#1!1%#.

Quel che resta ad oggi è un insieme di spam, disinformazione, marketing pseudopiramidale, virus e perdite di tempo. Di seguito una raccolta dei migliori.
 

L’Occupato presso sé stesso e la casalinga che guadagna 7300€ al giorno dal divano di casa sua

L’Occupato Presso Sé Stesso (da adesso OPSS!), altrimenti detto Il Mio Capo In Realtà Non Sono Io, è uno di quei comuni mortali che ogni mattina si alza quando ancora fa buio per fare un onesto e usurante lavoro sottopagato con turni di 14 ore senza pausa. L’OPSS, comprensibilmente irritato, scopre che a differenza sua, Mirella di Domodossola rimane a casa in pigiama a guardare Piazza Grande e a inviare meme di buongiornissimo creati con Paint e nel frattempo guadagna all’incirca come Icardi. Non crederete ai vostri occhi quando scoprirete come fa!

Il Leone e la Fake News

Il Leone è un esemplare di homo poco sapiens che vive nella giungla social. Si muove silenziosamente, mimetizzandosi furtivamente tra i post de Il Fatto Quotidaino, Italiano Sveglia e Sapere è un dovere, in attesa della sua preda. Ed ecco che quando l’ingenua vittima commenta, mostra i denti in segno di sfida e inizia a digitare animosamente per formare il Grande Branco degli Indignati che si farà portavoce di temi come profughi e migranti pagati più dei concittadini, l’evasione fiscale di celebrità sconosciute e rischi mortali di gas letali che il governo russo ci sta propinando per farci fuori uno ad uno. Articoli di cui è autore Il Bufalo.

Immagine: bufale.net

Il Bufalo e il Boccalone

Il Bufalo è colui che approfitta di attualità, cronaca nera, rosa, gialla e verde acqua per creare allarmismo, rancore e ostilità tra i poveri boccaloni che, ignari della disinformazione sul web, si lasciano catturare da esche come la presenza di nobili citazioni quali “L’hanno detto anche al TG”,”L’ho appena fatto anch’io, funziona!”, “Lo dice la legge sulla privacy NN-S0/N34NCH3-10_CH3_C0s4/ST0_D1C3ND0”.

Ma attenzione! Nelle acque del web, il persico trota non è solo. Difatti la catena di Sant’Antonio assume anche le sembianze del phishing – variante di fishing, appunto – quando oltre a disinformare cerca di sottrarre dati personali o numeri di carte di credito ai vari pescigatti americani, carpe e alborelle.

Il Tirchio, Andy e John

“Salve, siamo Andy e John, i direttori di WhatsApp (che lo sono stati anche di MSN, MySpace e della mia scuola elementare, n.d.io). La informiamo che, a partire da quando avrà finito di mangiare la sua carbonara, WhatsApp sarà a pagamento. L’unico modo per evitare che le vengano scalati 10,00€ al minuto dal suo credito telefonico è inoltrare questo messaggio entro l’ultima forchettata a tutti i contatti della sua rubrica e poi re-inoltrarli e re-inoltrarli fino a quando tutte le spunte diventeranno color pancetta rosolata. Così facendo WhatsApp rimarrà gratuito per lei e per tutti i suoi contatti, mentre il resto del mondo venderà un rene per continuare a utilizzare il nostro servizio. Arrivederci.”

Questa catena miete vittime in particolare tra chi ancora calcola gli Euro in Lire e tra coloro che utilizzano social e app di messaggistica saltuariamente, tipo mia mamma.

“Ho rettificato a tutti non appena tuo fratello mi ha informata”. A tutti. Mia mamma, new entry su WhatsApp, ha effettivamente inviato a tutti i suoi contatti la catena, probabilmente intimorita dai minacciosi toni del bold.

Il Suino e L’Amante a 2,3 km da casa sua

Il Suino è un due zampe assai meno brillante di quello che ne ha 4. Probabilmente grazie al remarketing delle sue ultime ricerche su Google, è circondato da proposte allettanti e incredibilmente comode comodissime.

Il Suino è stanco della solita routine? Toh vè, c’è giusto giusto Irina che ha una sesta senza push up e abita a tre passi da lui, dietro la casa gialla, vicino a Mario il macellaio. Coincidenze? Lui non crede.
Sua moglie non lo scoprirà mai, perlomeno fino a quando non le verrà voglia di bistecca (di suino, naturalmente).

L’Umanitario e La bambina malata

L’Umanitario è quel genere di persona che snobba tutte quelle magna magna delle Onlus a favore della nota equazione di Newton 1 like = 1 euro.

Che persona senza cuore sarebbe se non condividesse con tutti i suoi contatti l’urgente necessità di 340 litri di sangue ABC negapositivo per Lucy Smith, bambina orfana, senza denti e senza glutine, affetta da tutte le sindromi delle prime tre stagioni di Dottor House e da un fungo al piede?

Basta un Mi Piace per salvarla dal suo terribile destino, e se proprio proprio, anche una donazione veloce al numero riportato, il cui solo prefisso è di un paese di 10 abitanti nell’Alaska meridionale. Ma l’Umanitario non potrà mica far morire così la piccola e dolce Lucy?

L’Animalista e la Petizione contro l’acqua di origine animale

L’Animalista è un animale che non è né erbivoro, né onnivoro, né carnivoro. Si nutre infatti di manifestazioni, petizioni e proteste per l’adozione delle formiche e la salvaguardia dei lama volanti. Condivide truci immagini e video creati ad hoc dai cari vecchi Bufali, nel blando tentativo di trovare una casa al cane a tre occhi che nessuno vuole e sperando di salvare dall’estinzione altre decine di specie che non esistono.

Il Milionesimo Visitatore e il click nel posto giusto al momento giusto

Il Milionesimo Visitatore è il prescelto, l’eletto, è colui che l’ha avuta vinta sugli altri 999mila stronzi che hanno cliccato su un banner prima di lui. L’MV dapprima si sorprende, poi si ricorda che non ha mai vinto una tombola né una lotteria e che il suo capo non gli ha mai dato il pacco aziendale in 55 Natali. Ecco che Neo decide di approfittarne e sceglie di restare nel Paese delle Meraviglie per vedere quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Speriamo che anche lì abbiano gli antivirus.

A voler tentare anche solo di elencare alcune delle numerose sfaccettature assunte da questa comunicazione, è facile arrivare ad una considerazione finale sul termine viralità: se prima descriveva il modo in cui l’informazione si propaga, oggi sembra essere diventata la norma, al punto di poter essere vista come sostituto del canale comunicativo stesso. Cosa che potrebbe anche spiegare l’attuale metamorfosi della comunicazione pubblicitaria.

Viralità, TripAdvisor e perché sarebbe stato meglio inventare il cappello calvo per persone con capelli

Se per ogni progetto serve un’idea, per ogni progetto virale serve un’ideavirus. La legge aurea è una: se cerchi di diventare virale non sarai mai virale.

Il passaparola tra gli utenti deve essere spontaneo. Non per niente i siti di recensioni vanno alla grande.

Se vado al ristorante e trovo un capello nel piatto, dico al mio amico di non andarci perché ho trovato un capello nel piatto e il mio amico dirà al suo amico di non andarci perché un suo amico lì ha trovato un capello nel piatto.
Se oltre a dirlo al mio amico lo scrivo anche su TripAdvisor, quel locale potrebbe non avere vita lunga.

Questo avviene perché ci si fida molto di più di un’esperienza tangibile, di un’opinione reale, che di qualsiasi altra forma di pubblicità persuasiva. Come quando guardiamo un film e nei titoli di testa appare “Una storia vera”. Ci dà più sicurezza, ci annuncia quasi con lealtà che quello che stiamo per vedere non è totalmente frutto dell’immaginazione di qualche sconosciuto.

Ecco che, come il Duca d’Egitto e il suo indocile cavallo, anche nel marketing la viralità nasce quando la storia narrata non è solo da ascoltare e inglobare, ma diventa spunto di conversazione, discussione, scambio di vedute, indagine critica, provocazione o, come nel nostro caso, intimidazione.

Non si può avere viralità se non si innesca una reazione.

Ecco che, se prima le catene diventavano virali per le minacciose disgrazie che potevano sopravvenire a chi le spezzava, oggi sono diffuse al mero scopo di impietosire o impaurire l’ingenuo fruitore dei mass media, creando caos in una realtà già sufficientemente caotica in un popolo che, se prima temeva rivolte divine a seguito del proprio comportamento, oggi teme quelle terrene.

Dai Antonii, finitela.
E se proprio non ce la fate, almeno imparate dal maestro:

FATE GIRARE.

Fonti noncomenelletesidilaurea:
Wikipedia
Non solo marketing. L’altro modo di comunicare. (F. Dragotto)